venerdì 30 agosto 2013
giovedì 29 agosto 2013
Sebastiano Nino Fezza: Cinque domande a Obama sull’attacco in Siria Perc...
Sebastiano Nino Fezza: Cinque domande a Obama sull’attacco in Siria Perc...: Barack Obama, insignito del Premio Nobel per la Pace 2009 prima ancora di sapere dove si trovassero tutti i bagni della Casa Bianca, si t...
Sebastiano Nino Fezza: Siria, l’intervento contro Assad ci sarà. Attenzio...
Sebastiano Nino Fezza: Siria, l’intervento contro Assad ci sarà. Attenzio...: Di Gabriella Tesoro La domanda principale è cambiata. Non si tratta più se intervenire o meno in Siria, ma quando e con quali obiettivi...
mercoledì 28 agosto 2013
martedì 27 agosto 2013
domenica 25 agosto 2013
Non conosco il gesto con cui tua madre ti accarezzava
e neppure lo sguardo con cui tua sorella ti seguiva.
Ma tu conosci la mia anima
e sai che i pensieri del mio cuore per te
hanno lo stesso profumo di buono
con il quale sei cresciuto.
Perché l'amore sa sciogliere gli inverni interiori
e ridare colore anche al tramonto più pallido.
Dammi le tue mani da tenere
e le riempirò di tutta la vita che vuoi
nel tempo di un bacio lento , sull'ultima delle tue rughe.
Per S.E.C.
sabato 24 agosto 2013
venerdì 23 agosto 2013
domenica 18 agosto 2013
Non mi sono mai piaciuto gli uomini che si vantano numerando le proprie conquiste e le sbandierano ai quattro venti. Sono proprio quegli uomini che fanno perdere al sesso quella viscerale importanza segreta. Loro non ne possiedono la chiave. Non possiedono la chiave dello scrigno che contiene il reale desiderio, quello che ti fa perdere la testa, che non ti lascia pensare a nient'altro al mondo, che ti annienta le difese in ogni posto ti trovi, che vorresti spegnere con l'acqua fredda se ti sorprende fuori luogo. Un numero non potrà mai sostituire l'unità irresistibile.da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/uomini-e-donne/frase-175761?f=a:15760>da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/-- Massimo Bisotti (scheda)dal libro "La luna blu. Il percorso inverso dei sogni" di Massimo Bisotti
sabato 17 agosto 2013
Nella vita ho imparato ad ascoltare...osservare...subire falsi sorrisi e parole...ho imparato che un semplice conoscente..ti da piu' di un parente...Ho imparato a rimanere in silenzio..con orgoglio, dignita' e onore..senza fare rumore!!...Ho imparato che la sofferenza è un dono...ti fa capire chi sono quelli che ti circondano!!
venerdì 16 agosto 2013
Oscar Wilde. Io non voglio cancellare il mio passato perchè nel bene o nel male mi ha reso quello che sono oggi. Anzi ringrazio chi mi ha fatto scoprire l’amore e il dolore, chi mi ha amato e usato, chi mi ha detto ti voglio bene credendoci e chi invece l’ha fatto solo per i suoi sporchi comodi. Io ringrazio me stesso per aver trovato sempre la forza di rialzarmi e andare avanti, sempre
giovedì 15 agosto 2013
"Nascono legami che vanno al di là del contatto fisico,
della vicinanza e della vista.
Percorrono strade invisibili, fino ad arrivare nella testa.
Si diramano in tante viuzze chiamate: comprensione, “ascolto”,
telepatia, empatia, appartenenza.
Quello che trasmettono è paragonabile a un amplesso mentale, coinvolgono
talmente tanto da riuscire ad appagare ogni mancanza tangibile.
E’ raro viverli ma, quando arrivano è bene farsi possedere, perché è
molto facile conquistare un corpo, ma non altrettanto si può dire del
cervello."
M. Ayukawa
lunedì 12 agosto 2013
"Le
suggerì, inoltre, di scrivere una testimonianza che un giorno potesse
servire per portare alla luce il terribile segreto che stava vivendo,
affinché il mondo venisse al corrente dell'orrore che avveniva
parallelamente all'esistenza pacifica e ordinata di quelli che non
volevano sapere, di quelli che non potevano restare ancorati
all'illusione di una vita normale, di quelli che non potevano negare, di
quelli che stavano a galla sopra un mare di gemiti, ignorando, contro
ogni evidenza, che a pochi isolati dal loro mondo felice c'erano gli
altri, quelli che sopravvivono o muoiono dalla parte buia."
-- Isabel Allende (sched
-- Isabel Allende (sched
Catania: uno dei migranti morti era stato rimpatriato 4 volte
Pubblicato da ImolaOggi CRONACA, NEWS ago 11, 2013 11 ago. – Era gia’ sbarcato altre quattro volte in Italia uno dei sei migranti morti ieri a Catania, annegato davanti al lungomare della Plaia. Era un egiziano di 27 anni gia’ rimpatriato altre quattro volte tra il 2004 e il 2013. E’ emerso da esami dattiloscopici eseguiti da polizia e carabinieri sulle vittime, accertamento disposto dalla Procura.Secondo quanto e’ emerso dagli archivi delle forze dell’ordine, il 27enne egiziano sarebbe sbarcato per la prima volta in Italia a Siracusa nel 2004. Poi e’ stato bloccato durante altri controlli in Sicilia nel 2006, a Biella (Piemonte) nel 2009 e l’ultima volta nell’aprile del 2013 a Siderno (Calabria). Il giovane ha tentato ancora una volta di rientrare in Italia, ma l’ultimo viaggio della speranza gli e’ stato fatale
Annegare a 15 metri da un sogno
L’ipocrisia dell’Europa e i migranti
11 agosto 2013 - 17:59 - Cronaca Regionale
di Luigi Sanlorenzo - Intendiamo
per Canone la stratificazione di eventi storici, apporti culturali,
comportamenti e costumi che contribuiscono a definire una cornice
concettuale ed a costruire identità sociale e visioni della realtà che
orientano in molteplici campi il pensiero e l’azione di individui e di
comunità per lunghi periodi di tempo. Semplificando, i termini che
correntemente definiamo “neo conformismo”, “anticonformismo”,
“mentalità”, “relativismo”, “integralismo” ecc…hanno molto a che vedere
con il mantenimento o il progressivo superamento dei perimetri canonici
tradizionali, mirando a costruirne di nuovi – o a non costruirne
affatto- stabilendo nuove gerarchie di valori e variegati criteri di
giudizio.
L’epoca che viviamo sarà per decenni un tempo di transizione che farà oscillare il pensiero tra canoni definiti ed altri in progress che con forza cercano di affermarsi, per sostituire i precedenti.
Tale processo presenta rischi ed opportunità che questa rubrica propone alla riflessione dei lettori di SiciliaInformazioni, commentando in tale prospettiva gli accadimenti che quotidianamente ci vedono spettatori o protagonisti, originando un giudizio, un’opinione, una valutazione, influenzati e influenzanti rispetto ad un canone, definito o in corso di definizione cui, in tutto o in parte, facciamo riferimento.
********************************************************************************
Ancora vittime innocenti vanno ad aggiungersi nella bara liquida dello Stretto di Sicilia in quello che possiamo ormai chiamare il genocidio del XXI secolo. A nulla sembra essere servita perfino la storica visita di Papa Francesco all’isola di Lampedusa e il forte richiamo alla dignità umana soprattutto di coloro che fuggono da guerre, persecuzioni, carestie, regimi dittatoriali e condizione di vita inaccettabili e che, a rischio della vita, cercano di sopravvivere al mondo in cui sono stati gettati dal caso.
Nessuna nazione dell’Unione Europea è esposta a questo fenomeno quanto l’Italia che già dallo storico sbarco di 27.000 albanesi a Brindisi il 7 marzo del 1991 divenne a tutti gli effetti la porta occidentale delle migrazioni. Sono trascorsi oltre venti anni da allora e molto è mutato nel sentimento nazionale passato dall’assoluta impreparazione al fenomeno, alla produzione di contrastanti interventi legislativi (Turco Napolitano, Bossi Fini ecc.) che hanno finito per bloccarsi a vicenda non influendo in alcun modo su una delle tragedie più drammatiche del nostro tempo. Oggi prevale la momentanea compassione in nome della quale lo stabilimento balneare della zona della Plaja limitrofa al luogo del tragico sbarco osserverà un giorno di chiusura. Poi tutto continuerà come prima, con qualche infastidito commento sotto gli ombrelloni e la compilazione di ulteriori e inesorabili statistiche.
Eppure con i paesi frontalieri della penisola balcanica si ottennero risultati di contenimento del fenomeno attraverso accordi che ancora oggi regolano quei rapporti internazionali e il sostegno di tecnici italiano alla repressione delle organizzazione criminali degli scafisti. Non è un caso che molte imprese italiane oggi abbiano de-localizzato in Albania o in Romania generando posti di lavoro a condizioni contrattuali proporzionate a quel tenore di vita, frenando così l’esodo soprattutto dei giovani e ponendo fine al fenomeno.
Ben altre caratteristiche hanno le migrazioni che investono il sud dell’Unione dove l’unico presidio umanitario è sostenuto innanzitutto dalla capacità antica dei lampedusani di accogliere chi arriva e dai pochi mezzi della Guardia Costiera italiana. Non si è mai visto infatti in oltre venti anni un mezzo navale di soccorso di alcun altro Paese dell’Unione intervenire se non casualmente, al fianco degli italiani..
La cronaca di venti anni di migrazioni nel Mediterraneo è stata raccontata dall’ allora portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e oggi Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, autrice di “Tutti indietro” pubblicato nel 2010 da Rizzoli e presentato a Palermo al Centro Educativo Ignaziano il 21 settembre dello stesso anno.
Pagine ancora oggi attualissime che consentono di misurare il cinismo e l’ipocrisia dell’Unione Europea verso un Paese come l’Italia, ancora oggi considerato, spesso per proprie pesanti responsabilità, figlio di un dio minore. Proprio quell’anno, il 1° gennaio del 2010, che avrebbe dovuto segnare l’avvio dell’Area di Libero Scambio nel Mediterraneo, avevo voluto essere a Tunisi come per un impegno con la mia coscienza preso in prima persona verso il futuro. Mi ritrovai da solo, la Francia aveva già da anni archiviato il progetto, imponendo il proprio veto ad un’Unione Europea imbelle e politicamente mai nata.
Oggi c’è da chiedersi quale sarebbe il comportamento dell’Unione se l’immigrazione dal Mediterraneo avesse come primo luogo di sbarco la Germania o la Francia. Di Malta conosciamo già la “linea dura” che non solo colpisce i migranti, negando ad essi persino ogni forma di aiuto in mare, ma addirittura gli stessi operatori dei pescherecci siciliani, trattati come criminali e sottoposti a umilianti riscatti, come al tempo dei pirati barbareschi. Appartengo alla generazione che ha ancora vivo il ricordo dei Boat People il cui caso sconvolse l’opinione pubblica mondiale. Il termine è entrato nell’uso comune nel 1976, dopo l’invasione del Vietnam del Sud da parte del regime comunista del Vietnam del Nord, all’epoca della nazionalizzazione delle imprese e della collettivizzazione delle terre. Parecchie decine di migliaia di persone, considerate non sufficientemente aderenti al nuovo sistema, furono perseguitate, e quindi decisero di fuggire in tal modo via mare. Jean-Paul Sartre e Raymond Aron, nel sostenere la causa dei boat people all’Eliseo di fronte a Valéry Giscard d’Estaing nel giugno del1979, contribuirono a rendere noto il problema in Francia. In Italia il fenomeno venne prepotentemente a conoscenza dell’opinione pubblica grazie alla missione umanitaria della Marina Militare Italiana, che sotto l’impulso del governo italiano inviò nell’estate del 1979 gli incrociatori Vittorio Veneto e Andrea Doria e la nave appoggio Stromboli nel sud-est asiatico con il compito di portare assistenza ai profughi sudvietnamiti. La missione, durata dal 4 luglio al 20 agosto 1979, salvò 891 persone. Al primo periodo di esodo dal Vietnam del 1975-1979, dopo un periodo di pausa, ne seguì un secondo nel 1988-1990, ne furono soggetti per la maggior parte vietnamiti, espulsi dalle omologazioni politico-economiche di tipo nord-vietnamita, ma anche numerosissimi cinesi residenti in Vietnam, vittime dello stato di conflitto politico allora esistente con la Cina; il fenomeno interessò un totale stimato di 800’000 persone.
Anche in quella occasione dunque l’Italia, pur infinitamente più povera di mezzi rispetto a grandi paesi del mondo, si distinse per il trattamento umanitario e il rispetto della vita che unisce tutti gli uomini di mare nel mondo.
Purtroppo solo gli uomini, raramente gli Stati, quasi mai l’Unione Europea che incrementa così, anche attraverso questo genere di colpevole ipocrisie, un’identità sempre meno accettata dai cittadini dei paesi membri. Ce ne accorgeremo alle prossime elezioni per il rinnovo dell’europarlamento che, ad avviso di chi scrive, registrerà il più basso tasso di partecipazione da quando questa consultazione esiste.
Dal Rinascimento in poi e massimamente dopo l’Illuminismo, l’Europa è stata considerata il luogo della terra dove la persona umana veniva posta al centro di ogni attenzione e produceva le più alte manifestazioni dello spirito del tempo in ogni settore. Ciò produsse un vero e proprio Canone Occidentale dei diritti materiali, civili e spirituali della persona cui il mondo guardò sino alla soglie di quel secolo breve, in cui tutto si consumò nel rogo delle due guerre mondiali.
Da allora l’Europa ha iniziato il proprio declino lasciando il passo a democrazie che hanno saputo far germogliare proprio quei semi che lo stesso Vecchio Continente aveva dato loro, pur attraverso la controversa stagione dei colonialismi.Da allora il Mediterraneo, già fiaccato, dal 500 in poi dalle nuove rotte atlantiche e dall’espulsione di arabi ed ebrei dai nuovi regnanti della Spagna unificata, cominciò a prosciugarsi di quelle energia vitali che da millenni ne avevano fatto la madre di tutte le civiltà.Ed oggi, a quel mare di cui scrissero Omero e Shakespeare, Dante e Goethe, Cervantes e Camus, Braudel e Matvejevic resta solo il compito di coprire pietoso i corpi di chi, secondo un canone ormai dimenticato, lo visse, per pochi terribili giorni, come la strada verso la libertà.
L’epoca che viviamo sarà per decenni un tempo di transizione che farà oscillare il pensiero tra canoni definiti ed altri in progress che con forza cercano di affermarsi, per sostituire i precedenti.
Tale processo presenta rischi ed opportunità che questa rubrica propone alla riflessione dei lettori di SiciliaInformazioni, commentando in tale prospettiva gli accadimenti che quotidianamente ci vedono spettatori o protagonisti, originando un giudizio, un’opinione, una valutazione, influenzati e influenzanti rispetto ad un canone, definito o in corso di definizione cui, in tutto o in parte, facciamo riferimento.
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Ancora vittime innocenti vanno ad aggiungersi nella bara liquida dello Stretto di Sicilia in quello che possiamo ormai chiamare il genocidio del XXI secolo. A nulla sembra essere servita perfino la storica visita di Papa Francesco all’isola di Lampedusa e il forte richiamo alla dignità umana soprattutto di coloro che fuggono da guerre, persecuzioni, carestie, regimi dittatoriali e condizione di vita inaccettabili e che, a rischio della vita, cercano di sopravvivere al mondo in cui sono stati gettati dal caso.
Nessuna nazione dell’Unione Europea è esposta a questo fenomeno quanto l’Italia che già dallo storico sbarco di 27.000 albanesi a Brindisi il 7 marzo del 1991 divenne a tutti gli effetti la porta occidentale delle migrazioni. Sono trascorsi oltre venti anni da allora e molto è mutato nel sentimento nazionale passato dall’assoluta impreparazione al fenomeno, alla produzione di contrastanti interventi legislativi (Turco Napolitano, Bossi Fini ecc.) che hanno finito per bloccarsi a vicenda non influendo in alcun modo su una delle tragedie più drammatiche del nostro tempo. Oggi prevale la momentanea compassione in nome della quale lo stabilimento balneare della zona della Plaja limitrofa al luogo del tragico sbarco osserverà un giorno di chiusura. Poi tutto continuerà come prima, con qualche infastidito commento sotto gli ombrelloni e la compilazione di ulteriori e inesorabili statistiche.
Eppure con i paesi frontalieri della penisola balcanica si ottennero risultati di contenimento del fenomeno attraverso accordi che ancora oggi regolano quei rapporti internazionali e il sostegno di tecnici italiano alla repressione delle organizzazione criminali degli scafisti. Non è un caso che molte imprese italiane oggi abbiano de-localizzato in Albania o in Romania generando posti di lavoro a condizioni contrattuali proporzionate a quel tenore di vita, frenando così l’esodo soprattutto dei giovani e ponendo fine al fenomeno.
Ben altre caratteristiche hanno le migrazioni che investono il sud dell’Unione dove l’unico presidio umanitario è sostenuto innanzitutto dalla capacità antica dei lampedusani di accogliere chi arriva e dai pochi mezzi della Guardia Costiera italiana. Non si è mai visto infatti in oltre venti anni un mezzo navale di soccorso di alcun altro Paese dell’Unione intervenire se non casualmente, al fianco degli italiani..
La cronaca di venti anni di migrazioni nel Mediterraneo è stata raccontata dall’ allora portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e oggi Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, autrice di “Tutti indietro” pubblicato nel 2010 da Rizzoli e presentato a Palermo al Centro Educativo Ignaziano il 21 settembre dello stesso anno.
Pagine ancora oggi attualissime che consentono di misurare il cinismo e l’ipocrisia dell’Unione Europea verso un Paese come l’Italia, ancora oggi considerato, spesso per proprie pesanti responsabilità, figlio di un dio minore. Proprio quell’anno, il 1° gennaio del 2010, che avrebbe dovuto segnare l’avvio dell’Area di Libero Scambio nel Mediterraneo, avevo voluto essere a Tunisi come per un impegno con la mia coscienza preso in prima persona verso il futuro. Mi ritrovai da solo, la Francia aveva già da anni archiviato il progetto, imponendo il proprio veto ad un’Unione Europea imbelle e politicamente mai nata.
Oggi c’è da chiedersi quale sarebbe il comportamento dell’Unione se l’immigrazione dal Mediterraneo avesse come primo luogo di sbarco la Germania o la Francia. Di Malta conosciamo già la “linea dura” che non solo colpisce i migranti, negando ad essi persino ogni forma di aiuto in mare, ma addirittura gli stessi operatori dei pescherecci siciliani, trattati come criminali e sottoposti a umilianti riscatti, come al tempo dei pirati barbareschi. Appartengo alla generazione che ha ancora vivo il ricordo dei Boat People il cui caso sconvolse l’opinione pubblica mondiale. Il termine è entrato nell’uso comune nel 1976, dopo l’invasione del Vietnam del Sud da parte del regime comunista del Vietnam del Nord, all’epoca della nazionalizzazione delle imprese e della collettivizzazione delle terre. Parecchie decine di migliaia di persone, considerate non sufficientemente aderenti al nuovo sistema, furono perseguitate, e quindi decisero di fuggire in tal modo via mare. Jean-Paul Sartre e Raymond Aron, nel sostenere la causa dei boat people all’Eliseo di fronte a Valéry Giscard d’Estaing nel giugno del1979, contribuirono a rendere noto il problema in Francia. In Italia il fenomeno venne prepotentemente a conoscenza dell’opinione pubblica grazie alla missione umanitaria della Marina Militare Italiana, che sotto l’impulso del governo italiano inviò nell’estate del 1979 gli incrociatori Vittorio Veneto e Andrea Doria e la nave appoggio Stromboli nel sud-est asiatico con il compito di portare assistenza ai profughi sudvietnamiti. La missione, durata dal 4 luglio al 20 agosto 1979, salvò 891 persone. Al primo periodo di esodo dal Vietnam del 1975-1979, dopo un periodo di pausa, ne seguì un secondo nel 1988-1990, ne furono soggetti per la maggior parte vietnamiti, espulsi dalle omologazioni politico-economiche di tipo nord-vietnamita, ma anche numerosissimi cinesi residenti in Vietnam, vittime dello stato di conflitto politico allora esistente con la Cina; il fenomeno interessò un totale stimato di 800’000 persone.
Anche in quella occasione dunque l’Italia, pur infinitamente più povera di mezzi rispetto a grandi paesi del mondo, si distinse per il trattamento umanitario e il rispetto della vita che unisce tutti gli uomini di mare nel mondo.
Purtroppo solo gli uomini, raramente gli Stati, quasi mai l’Unione Europea che incrementa così, anche attraverso questo genere di colpevole ipocrisie, un’identità sempre meno accettata dai cittadini dei paesi membri. Ce ne accorgeremo alle prossime elezioni per il rinnovo dell’europarlamento che, ad avviso di chi scrive, registrerà il più basso tasso di partecipazione da quando questa consultazione esiste.
Dal Rinascimento in poi e massimamente dopo l’Illuminismo, l’Europa è stata considerata il luogo della terra dove la persona umana veniva posta al centro di ogni attenzione e produceva le più alte manifestazioni dello spirito del tempo in ogni settore. Ciò produsse un vero e proprio Canone Occidentale dei diritti materiali, civili e spirituali della persona cui il mondo guardò sino alla soglie di quel secolo breve, in cui tutto si consumò nel rogo delle due guerre mondiali.
Da allora l’Europa ha iniziato il proprio declino lasciando il passo a democrazie che hanno saputo far germogliare proprio quei semi che lo stesso Vecchio Continente aveva dato loro, pur attraverso la controversa stagione dei colonialismi.Da allora il Mediterraneo, già fiaccato, dal 500 in poi dalle nuove rotte atlantiche e dall’espulsione di arabi ed ebrei dai nuovi regnanti della Spagna unificata, cominciò a prosciugarsi di quelle energia vitali che da millenni ne avevano fatto la madre di tutte le civiltà.Ed oggi, a quel mare di cui scrissero Omero e Shakespeare, Dante e Goethe, Cervantes e Camus, Braudel e Matvejevic resta solo il compito di coprire pietoso i corpi di chi, secondo un canone ormai dimenticato, lo visse, per pochi terribili giorni, come la strada verso la libertà.
Non ti pare meraviglioso?
Io non ti conoscevo,
tu ignoravi la mia esistenza.
Pensa: e se le strade della vita
sulle quali noi camminiamo
non si fossero mai incontrate?
Una inezia, un ostacolo qualunque,
e noi saremmo rimasti lontani,
non ci saremmo conosciuti mai.
Sono talmente convinto
che era necessario che noi ci incontrassimo
che questo pensiero mi fa paura.
Dovevamo incontrarci,
perché qualcuno ci guidava.
- Pieter Van Der Meer -
Io non ti conoscevo,
tu ignoravi la mia esistenza.
Pensa: e se le strade della vita
sulle quali noi camminiamo
non si fossero mai incontrate?
Una inezia, un ostacolo qualunque,
e noi saremmo rimasti lontani,
non ci saremmo conosciuti mai.
Sono talmente convinto
che era necessario che noi ci incontrassimo
che questo pensiero mi fa paura.
Dovevamo incontrarci,
perché qualcuno ci guidava.
- Pieter Van Der Meer -
domenica 11 agosto 2013
Abbi una felicità delirante o almeno non respingerla….Lo so che ti suona smielato,
ma l’amore è passione, ossessione,qualcuno senza cui non vivi,io ti dico: buttati a capofitto,trova qualcuno da amare alla follia e che ti ami alla stessa maniera.Beh, dimentica il cervello e ascolta il tuo cuore.Io non sento il tuo cuore.
Perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo.Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente,beh, equivale a non vivere.
Ma devi tentare, perché se non hai tentato, non hai mai vissuto….
(dal film… ” vi presento Joe Black “)
ma l’amore è passione, ossessione,qualcuno senza cui non vivi,io ti dico: buttati a capofitto,trova qualcuno da amare alla follia e che ti ami alla stessa maniera.Beh, dimentica il cervello e ascolta il tuo cuore.Io non sento il tuo cuore.
Perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo.Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente,beh, equivale a non vivere.
Ma devi tentare, perché se non hai tentato, non hai mai vissuto….
(dal film… ” vi presento Joe Black “)
sabato 10 agosto 2013
Da
tempi lontanissimi la notte tra il 10 e l’11 agosto è quella dedicato al
martirio di San Lorenzo. La tradizione vuole che le stelle cadenti
siano le lacrime versate dal santo durante il suo supplizio, che vagano
eternamente nei cieli, e scendono sulla terra solo il giorno in cui
Lorenzo morì. Anche se in realtà San Lorenzo non morì bruciato, ma
decapitato, nella tradizione popolare, le stelle del
10 agosto sono anche chiamate fuochi di San Lorenzo, poiché lo sciame
delle Perseidi ricorda le scintille provenienti dalla graticola
infuocata su cui fu ucciso il martire, poi volate in cielo.
Da stanotte tutti con il collo in su, lontano dalle luci della città, per cogliere l’attimo della stella cadente. Si crede infatti che possano avverarsi i desideri di tutti coloro che, nell’attimo in cui vedono scendere la stella cadente pensino:Stella, mia bella stella, desidero che...
Io sto preparando una lista di desideri... ma anche a voler credere alla tradizione, per alcuni ci vorrebbe il crollo di un intero meteorite... altroché...
Da stanotte tutti con il collo in su, lontano dalle luci della città, per cogliere l’attimo della stella cadente. Si crede infatti che possano avverarsi i desideri di tutti coloro che, nell’attimo in cui vedono scendere la stella cadente pensino:Stella, mia bella stella, desidero che...
Io sto preparando una lista di desideri... ma anche a voler credere alla tradizione, per alcuni ci vorrebbe il crollo di un intero meteorite... altroché...
lunedì 5 agosto 2013
No, non ti salverà quanto lasciarono
Scritto coloro che temendo implori;
tu non sei gli altri, ti trovi nel centro
del labirinto ordito dai tuoi passi.
Non ti salveranno l’agonia di Cristo
O di Socrate, non ti salva Budda,
l’aureo Siddharta che accettò la morte
in un giardino, al cadere del giorno.
È polvere anche la parola scritta
Dalla tua mano, la sillaba detta
Dalla tua bocca. È impietosa la sorte
E la notte di Dio non ha mai fine.
La tua materia è il tempo, l’incessante
Tempo. Sei tutti gli istanti e ogni istante.
Questa poesia è tratta dal volume “Jorge Luis Borges, Dall’intimità”, a cura di Francesco Tentori Montalto, Passigli 1991
Scritto coloro che temendo implori;
tu non sei gli altri, ti trovi nel centro
del labirinto ordito dai tuoi passi.
Non ti salveranno l’agonia di Cristo
O di Socrate, non ti salva Budda,
l’aureo Siddharta che accettò la morte
in un giardino, al cadere del giorno.
È polvere anche la parola scritta
Dalla tua mano, la sillaba detta
Dalla tua bocca. È impietosa la sorte
E la notte di Dio non ha mai fine.
La tua materia è il tempo, l’incessante
Tempo. Sei tutti gli istanti e ogni istante.
Questa poesia è tratta dal volume “Jorge Luis Borges, Dall’intimità”, a cura di Francesco Tentori Montalto, Passigli 1991
domenica 4 agosto 2013
"Certi
sogni si infrangono contro lo spiraglio di una porta che vorremmo
invano chiudere a chiave e attraverso cui, speriamo di ritrovare
qualcosa di indefinito. E’ un pò come aprire uno Scrigno per
riassaporare il gusto di certe Emozioni, o entrare in un Giardino per
respirare quel nostalgico profumo di Amore e di Vita… Una forza
indipendente dalla nostra volontà che ci spinge a cercare ancora, ciò
che abbiamo lasciato in un sogno rimasto al di là di quella porta: la
parte più bella di noi, che si è persa per sempre."
venerdì 2 agosto 2013
Se potrò impedire a un Cuore di spezzarsi
Non avrò vissuto invano
Se potrò alleviare il Dolore di una Vita
Non avrò vissuto invano
Se potrò alleviare il Dolore di una Vita
O lenire una Pena
O aiutare un Pettirosso caduto
A rientrare nel suo nido
Non avrò vissuto invano.
(Emily Dickinson)
I versi della Dickinson, considerata oggi tra i più grandi lirici moderni, si sono imposti alla critica per gradi successivi. All'approfondimento dei grandi temi - l'amore, la morte, la natura disgregatrice e magica, l'incontro con il Dio assente -, e delle polarità del discorso lirico, hanno fatto seguito l'analisi e lo studio di anomalie grafiche, sintattiche, lessicali e ritmiche presenti nel suo linguaggio poetico, coerente in questa volontaria trasgressività, con la sua visione di eretica, lucida testimone di una società dibattuta tra declinante puritanesimo e insorgente capitalismo.
Non avrò vissuto invano.
(Emily Dickinson)
I versi della Dickinson, considerata oggi tra i più grandi lirici moderni, si sono imposti alla critica per gradi successivi. All'approfondimento dei grandi temi - l'amore, la morte, la natura disgregatrice e magica, l'incontro con il Dio assente -, e delle polarità del discorso lirico, hanno fatto seguito l'analisi e lo studio di anomalie grafiche, sintattiche, lessicali e ritmiche presenti nel suo linguaggio poetico, coerente in questa volontaria trasgressività, con la sua visione di eretica, lucida testimone di una società dibattuta tra declinante puritanesimo e insorgente capitalismo.
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