martedì 4 settembre 2012

di Salvo Cataldo -
Critica aspramente il governo Lombardo “che non ha portato a termine neanche una riforma” e l’intera classe politica regionale (“assolutamente inadeguata”), proponendo per la Sicilia “un comitato di salute pubblica” perchè viceversa “questa terra non avrà speranza”. Francesco Musotto lascia la politica attiva e decide di togliersi diversi sassolini dalla scarpa. Il bersaglio preferito del tre volte presidente della Provincia di Palermo è il governatore dimissionario, che nel recente passato lo aveva accolto nell’Mpa: “Lombardo non ha mai voluto costruire un vero partito autonomista e mai lo farà“, dice. Critiche che si spingono ben oltre la semplice attività politica: “Non vuole bene a nessuno, se non al figlio… Il voler bene è un sentimento che non gli appartiene. Il suo futuro politico? Non so dove finirà, di certo questo riavvicinamento con Miccichè è molto strano e non escludo che in futuro possa voltare nuovamente le spalle a Gianfranco. Lui (Miccichè, ndr) crede veramente in questo progetto, ma Lombardo no”.
Musoto va via e sceglie di non partecipare più ad alcuna competizione elettorale in prima persona (“ma ho tanti amici ancora intorno a me”) “anche perchè tutto il sistema andrebbe ‘resettato’ con gente seria e che capisca di buona amministrazione”. Il ciclone Musoto non risparmia nessuno, neanche quella stessa Assemblea regionale che lo ha visto protagonista negli ultimi cinque anni: “La situazione è drammatica. Questi cinque anni sono stati una mediazione continua e la maggioranza, nonostante numeri schiaccianti, non è stata in grado di fare le cose che avrebbe dovuto e potuto fare”. E la nuova Ars, che vedrà la luce dopo le elezioni di fine ottobre? “Peggio. Non ci sarà una maggioranza stabile e si andrà avanti ancora con le solite mediazioni”.
Parole che fungono da preambolo per una visione del futuro della Sicilia non certo rosea. Musotto lo dice alla sua maniera, tra il serio e l’ironico, ma lo dice: “Siamo nel dramma più assoluto. La programmazione dei fondi europei è stata un fallimento, così come lo sono state le scelte sulla formazione professionale. Qui c’è bisogno di un comitato di salute pubblica che nomini cinque alti funzionari e dia loro il potere di governare. I responsabili di questa situazione? Tutti, inutile fare dei processi ai singoli. C’è un’intera mentalità clientelare da cambiare”. Nonostante tutto, qualcuno si salva: “Penso a una valida persona come Lino Leanza. Poteva rappresentare un’ottima candidatura alla presidenza della Regione, ma Lombardo non lo ha voluto. Lino è un uomo di grande esperienza”. Parole di stima anche per Elio Galvagno e Bruno Marziano, del Pd: “Gente con una ottima preparazione e un passato di efficienti amministratori”.
Un addio su cui ha influito anche la delusione per la mancata candidatura a sindaco alle recenti Comunali di Palermo, quando Musotto militava ancora nell’Mpa: “Certo, mi hanno messo da parte. Sapevo che Lombardo non avrebbe mai puntato su di me”. Ma cosa farà Francesco Musotto da grande? “Resterò a fare politica fra la gente, ma non mi candiderò più. Ringrazio l’Udc che mi ha accolto nell’ultimo periodo, ma è giunto il momento di lasciare. E’ stata una scelta sofferta, ma convinta. Non mi riconosco più in questa politica che afida a un esercito di consulenti esterni il governo della Regione. Troppi inutili sprechi. per chi voterò alle Regi0nali? Non ho ancora deciso – sorride -, attendo la presentazione delle liste”.
Intanto, l’ex eurodeputato fa le pulci agli attuali candidati alla Presidenza della Regione e tra le sue parole spunta una insospettabile simpatia per Claudio Fava: “Non va sottovalutato, credo che otterrà un buon risultato e porterà via molti voti al Pd – afferma -. La base del Partito democratico e i giovani voteranno per Fava, non per Crocetta. Il Pd? non supererà il 10%”. Poi tocca a Miccichè: “E’ un generoso, un passionale. Nel 2001 si schierò contro di me e fece votare Cammarata alle Comunali. E’ il mio rimorso più grande”. Nel ventaglio dei candidati anche Musumeci e il grillino Cancelleri: “Nello è una forza della natura e Catania prenderà il 40%. E’ capace di fare 18 comizi al giorno, nel 2006 votai per lui. Ha un solo difetto, è catanese”. Poca fiducia, invece, nel candidato di Beppe Grillo e del Movimento Cinque Stelle, che Musotto liquida con una battuta: “La Sicilia è troppo seria per votare i grillini”.
Da un vecchio leone che lascia la politica attiva a un altro big come Leoluca Orlando, che invece è in piena bagarre: “Se non ci fosse lui al Comune di Palermo la situazione scoppierebbe. Orlando è l’unico che può reggere queste pressioni e che può farsi sentire a Roma“.

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