venerdì 26 aprile 2013

Pasquale Hamel

Visto che é un giorno della memoria, una memoria che non dovrebbe essere mai smarrita, voglio ricordare non solo mio padre, combattente e partigiano, ma anche un cugino di mio padre, anche lui Hamel, di cui ha anche parlato più volte Camilleri nelle sue memorie. Si trattava di un uomo tutto d'un pezzo che aveva abbracciato il socialismo prima ed il comunismo poi, come fede. E' stato uno dei pochi siciliani, dagli archivi di polizia ne risultano una cinquantina, che per le sue idee, fra carcere e confino (Ustica e Ventotene), é stato per sette anni lontano dalla famiglia. Negli anni del primo squadrismo, trovandosi a Milano, aveva difeso la Camera del Lavoro e si vantava di avere salvato Turati da un'aggressione fascista. Il partito, alla cui causa aveva dedicato gran parte della propria giovinezza, proprio per quel suo estremizzare e per la indisponibilità al compromesso lo espulse negli anni cinquanta. Questa ferita non lo portò a ripudiare l'idea ma, invece ad accentuarne gli aspetti estremi. Anche se molte sue idee potevano essere opinabili, non si puó fare a meno di ricordarne, e ne faccio narrazione, la indiscutibile coerenza. Porto Empedocle, suo luogo di nascita, e luogo d'origine di tutti gli Hamel discendenti di sir Charles Eduard Hamel, console di S.M. Britannica, non gli ha ancora dedicato una strada.

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