Pasquale Hamel
Visto
che é un giorno della memoria, una memoria che non dovrebbe essere mai
smarrita, voglio ricordare non solo mio padre, combattente e partigiano,
ma anche un cugino di mio padre, anche lui Hamel, di cui ha anche
parlato più volte Camilleri nelle sue memorie. Si trattava di un uomo
tutto d'un pezzo che aveva abbracciato il socialismo prima ed il
comunismo poi, come fede. E' stato uno dei pochi siciliani,
dagli archivi di polizia ne risultano una cinquantina, che per le sue
idee, fra carcere e confino (Ustica e Ventotene), é stato per sette anni
lontano dalla famiglia. Negli anni del primo squadrismo, trovandosi a
Milano, aveva difeso la Camera del Lavoro e si vantava di avere salvato
Turati da un'aggressione fascista. Il partito, alla cui causa aveva
dedicato gran parte della propria giovinezza, proprio per quel suo
estremizzare e per la indisponibilità al compromesso lo espulse negli
anni cinquanta. Questa ferita non lo portò a ripudiare l'idea ma, invece
ad accentuarne gli aspetti estremi. Anche se molte sue idee potevano
essere opinabili, non si puó fare a meno di ricordarne, e ne faccio
narrazione, la indiscutibile coerenza. Porto Empedocle, suo luogo di
nascita, e luogo d'origine di tutti gli Hamel discendenti di sir Charles
Eduard Hamel, console di S.M. Britannica, non gli ha ancora dedicato
una strada.
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