martedì 29 novembre 2011

era depresso per la morte della moglie               

Suicidio assistito per Lucio Magri

Il fondatore de «Il Manifesto» e protagonista della sinistra alternativa è morto a 79 anni in Svizzera

era depresso per la morte della moglie
Suicidio assistito per Lucio Magri
Il fondatore de «Il Manifesto» e protagonista della sinistra alternativa è morto a 79 anni in Svizzera

Lucio MagriLucio Magri
MILANO - Fine inaspettata per un importante giornalista e uomo politico. Lucio Magri ha scelto di morire con un suicidio assistito in Svizzera. A darne la notizia è stato Il Manifesto, di cui Magri fu uno dei fondatori. «La notizia della morte si è diffusa nella notte, tra gli amici; qualcuno, i più intimi, era stato da lui informato in precedenza della sua intenzione, senza riuscire a fargli cambiare idea. Il corpo rientrerà in Italia per essere sepolto a Recanati, la città dove era nato nel 1932».
LA SCELTA - Era stato lo stesso Magri a fare la scelta: «Ho deciso di morire». In una lettera spiega i motivi del gesto. Certo, «gli amici hanno tentato di dissuaderlo ma lui era depresso per la morte della moglie». Così da Roma si è recato in Svizzera per farla finita.
Addio a Lucio Magri Addio a Lucio Magri    Addio a Lucio Magri    Addio a Lucio Magri    Addio a Lucio Magri    Addio a Lucio Magri
LA VITA- Magri era entrato nel Pci negli anni Cinquanta, poco più che ventenne, dopo un'esperienza nella gioventù democristiana a Bergamo. Venne accolto nella segreteria del partito di Bergamo, poi nel direttivo regionale lombardo, e di là passò poi a Botteghe Oscure. Nel 1969, dopo lo choc dell'invasione sovietica della Cecoslovacchia, in dissenso con le timidezze e le reticenze del Pci, fu tra gli animatori del gruppo (con tra gli altri Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Valentino Parlato, Luciana Castellina) che diede vita alla rivista «il Manifesto». Venne poi radiato dal partito. Nel 1971 partecipò insieme agli altri alla trasformazione della rivista nel nostro quotidiano, da cui successivamente si distanziò, fondando il Partito di unità proletaria per il comunismo. Nel 1984 rientrò nel Pci, dove rimase fino alla dissoluzione e trasformazione nel Pds, nel 1991; in quel momento aderì al gruppo continuista e partecipò alla nascita del Partito della Rifondazione comunista, dove rimase fino al 1995 quando la sua corrente lasciò il partito e poi rientrò nei Democratici di sinistra. Una scelta che Magri non condivise, preferendo restare fuori dai partiti.
IL LIBRO- Nel 2009 Lucio Magri ha pubblicato un libro importante, «Il sarto di Ulm» (Il Saggiatore), che ripercorre la storia del Partito comunista italiano nel dopoguerra e la sua personale. Poi la decisione di togliersi la vita. «La vita - il Manifesto ricorda in prima pagina Magri con un corsivo - gli era diventata insopportabile, sia sul piano politico che su quello personale, in particolare dopo la morte della moglie, Mara, per un tumore            

(Trovo questa decisione discutibile...)                                                                                                                                                                  

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