martedì 29 novembre 2011

Il signor Sarkozy e la signora Merkel, mi stanno un po' sulle scatole...mi sembrano Cip e ciop..partendo dal fondamento che l'Italia è non solo importante, ma indispensabile per l'Europa e, fra tutti, non è di certo il paese messo peggio. Anche se è vero che l'Italia ha un debito elevatissimo, bisogna tener presente che finora lo ha tenuto sotto controllo molto meglio della Francia. La stessa Germania non è messa poi così bene come vuol far credere. Il debito pubblico tedesco, secondo le stime effettuate da Eurostar, nel 2010 ha subito un aumento pari a 319 miliardi di euro, raggiungento la soglia di 2.080 miliardi, con il primato di essere il primo debito europeo ad andare oltre i 2000 miliardi, superando così quello italiano.
Trovo vergognoso che, mentre salari e pensioni possono essere tagliati d'autorita', il nuovo Ministro Mario Monti percepisca 72 mila euro al mese. Il dirigismo è a favore dei banchieri creditori. Come gia' immaginavo, la classica risposta è la deflazione dei salari: è infatti il lavoro a dover essere svalutato, bloccando paghe o abbassandole fino a livelli (cinesi).

era depresso per la morte della moglie               

Suicidio assistito per Lucio Magri

Il fondatore de «Il Manifesto» e protagonista della sinistra alternativa è morto a 79 anni in Svizzera

era depresso per la morte della moglie
Suicidio assistito per Lucio Magri
Il fondatore de «Il Manifesto» e protagonista della sinistra alternativa è morto a 79 anni in Svizzera

Lucio MagriLucio Magri
MILANO - Fine inaspettata per un importante giornalista e uomo politico. Lucio Magri ha scelto di morire con un suicidio assistito in Svizzera. A darne la notizia è stato Il Manifesto, di cui Magri fu uno dei fondatori. «La notizia della morte si è diffusa nella notte, tra gli amici; qualcuno, i più intimi, era stato da lui informato in precedenza della sua intenzione, senza riuscire a fargli cambiare idea. Il corpo rientrerà in Italia per essere sepolto a Recanati, la città dove era nato nel 1932».
LA SCELTA - Era stato lo stesso Magri a fare la scelta: «Ho deciso di morire». In una lettera spiega i motivi del gesto. Certo, «gli amici hanno tentato di dissuaderlo ma lui era depresso per la morte della moglie». Così da Roma si è recato in Svizzera per farla finita.
Addio a Lucio Magri Addio a Lucio Magri    Addio a Lucio Magri    Addio a Lucio Magri    Addio a Lucio Magri    Addio a Lucio Magri
LA VITA- Magri era entrato nel Pci negli anni Cinquanta, poco più che ventenne, dopo un'esperienza nella gioventù democristiana a Bergamo. Venne accolto nella segreteria del partito di Bergamo, poi nel direttivo regionale lombardo, e di là passò poi a Botteghe Oscure. Nel 1969, dopo lo choc dell'invasione sovietica della Cecoslovacchia, in dissenso con le timidezze e le reticenze del Pci, fu tra gli animatori del gruppo (con tra gli altri Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Valentino Parlato, Luciana Castellina) che diede vita alla rivista «il Manifesto». Venne poi radiato dal partito. Nel 1971 partecipò insieme agli altri alla trasformazione della rivista nel nostro quotidiano, da cui successivamente si distanziò, fondando il Partito di unità proletaria per il comunismo. Nel 1984 rientrò nel Pci, dove rimase fino alla dissoluzione e trasformazione nel Pds, nel 1991; in quel momento aderì al gruppo continuista e partecipò alla nascita del Partito della Rifondazione comunista, dove rimase fino al 1995 quando la sua corrente lasciò il partito e poi rientrò nei Democratici di sinistra. Una scelta che Magri non condivise, preferendo restare fuori dai partiti.
IL LIBRO- Nel 2009 Lucio Magri ha pubblicato un libro importante, «Il sarto di Ulm» (Il Saggiatore), che ripercorre la storia del Partito comunista italiano nel dopoguerra e la sua personale. Poi la decisione di togliersi la vita. «La vita - il Manifesto ricorda in prima pagina Magri con un corsivo - gli era diventata insopportabile, sia sul piano politico che su quello personale, in particolare dopo la morte della moglie, Mara, per un tumore            

(Trovo questa decisione discutibile...)                                                                                                                                                                  

domenica 27 novembre 2011

Avevo compiuto da poco 16 anni...mi trovavo a Napoli in convalescenza dopo un bruttissimo incidente in moto. Come sono cambiata...!!
Salve amici...buona giornata!...Oggi c'è il sole e io sono contenta...

venerdì 25 novembre 2011

Sempre qui...      ( Simone Perotti)

Perché non sei partito? Perché non ti sei mosso, sei rimasto dove ti sei capito vivo per la prima volta? Perché? Potevi alzarti, immaginare che intorno c’era il mondo, e poi andare. Andarlo a vedere, sì, per vedere com’era. Per vederlo, almeno, essere certo che ci fosse, davvero, per capire dove fosse meglio stare. Per incontrare in qualche angolo del mondo il tuo antidoto. L’unico capace di sorridere, ma al tuo dolore. Perché non l’hai cercato?
Perché sei rimasto qui, nel solco degli stessi passi, nel binario degli stessi movimenti? Perché non hai desiderato il campo, dove non c’erano mai state le tue orme, e dove le orme altrui solleticavano i tuoi piedi, braccia non tue, bocche non tue, pensieri che non hai mai avuto. Potevi oltrepassare il bosco, e non solo per un viaggio d’affari. Potevi anche provare, almeno un tentativo, a non tornare. Di più: potevi partire senza esser certo che saresti tornato. Quel dubbio era buono. Perché non sei partito? Perché ti sei voltato?
Perché non hai desiderato chi non sei, perché non l’hai pensato? Tu sei quell’uomo, anche se non è mai stato. Non saperlo non ti eviterà l’incontro, un giorno, all’angolo della memoria, per il marciapiede della nostalgia. Lo scanserai, voltandoti appena se ti ha urtato. Si allontanerà mentre ti pieghi, mani al petto, senza il fiato per poterti dire addio. Perché non l’hai cercato? Perché non l’hai fermato? E come fai la sera, quando la veglia favorisce il coro? Con che animo, quale strategia fai finta che non canti, o di ignorare quella nenia, quella liturgia? La prevalenza del giorno diventa differenza, minoranza, che ti risparmia solo per l’oblio.
Perché non hai avuto cuore, immaginato quello che non c’era? Lo sapevi bene, ne eri certo che esistesse, in qualche luogo, dove nel pianto avresti riso, guardato onde su capelli che non hai baciato mai. E non poteva essere lì, accanto a te! Non c’era! Guardavi e non vedevi niente. Te lo ricordi? Non ti è bastato per voltare gli occhi dove c’era notte, ma anche un buio pieno d magia.
Potevi andare, potevi perdonarti e andare. C’era gente, rumore, potevi fare finta, come tutti. Mescolarti, e andare. Nessuno ti avrebbe cercato. Tranne uno…
Come farai? Cosa ti dirai quel giorno, il primo giorno in cui è tardi, in cui non puoi negarti niente, ma tentare ormai non è possibile, non puoi? Manca ancora molto? E’ domani? Ma prima o poi saprai che il meglio l’hai già dato, e non c’è altro da dire. C’era da partire, e non sei andato. C’era un mondo, ma non l’hai saputo. E cosa ancor peggiore, non ti ricordi più perché.
Il mio sguardo umiliato da una tristezza profonda, che si spande sul volto intero e da alle labbra un'amarezza deformante: in questa smorfia c'è la morte del mio spirito.
Bruttissimo dedicare una canzone, a chi non interessa cogliere il significato delle parole!
Depressione è un termine inadeguato alla gravita' dello sconvolgimento dell'anima. E' una parola troppo piccola per un male tanto grande!

giovedì 24 novembre 2011

 Appunti di un uomo in rivolta...

Governo Monti? Né pro né contro: aspetto segnali

"Ascolto Monti parlare di scuola, formazione, università, ricerca, e mi si apre il cuore. Se non crede lui in queste cose allora il mondo si è rivoltato. Gli ignoranti al potere non ci sono più, c’è gente che ha studiato, e al governo deve stare sempre chi ha studiato...". Simone Perotti sul nuovo governo in carica.

di Simone Perotti - 18 Novembre 2011

governo monti
"Gli ignoranti al potere non ci sono più, c’è gente che ha studiato, e al governo deve stare sempre chi ha studiato..."
A questo gioco "di qua o di là" non ci sto. Io non sono stato mai né guelfo né ghibellino. Ogni volta che il mondo si divide in due io mi trovo sempre a fare il terzo. E neanche mi sento di dire la mia a scatola chiusa. Parto da quello che so, da quello che vedo. E da quello che sento.

Per prima cosa vedo che la Lega è tornata all’opposizione, e che le hanno cancellato assurdi ministeri che Berlusconi e il suo governo aveva concesso. Ci eravamo abituati a delle assurdità, che non avevano e non hanno alcun senso. La Padania non è mai esistita e la lega è un piccolo movimento regionale. Back to the basics. Siamo italiani e questo è un Paese. Chi non ci si trova bene può andare.

Ascolto Monti parlare di scuola, formazione, università, ricerca, e mi si apre il cuore. Se non crede lui in queste cose allora il mondo si è rivoltato. Gli ignoranti al potere non ci sono più, c’è gente che ha studiato, e al governo deve stare sempre chi ha studiato, chi sa di più, perché la cultura è importante per capire, per inventare, per decidere. Basta facce di politici che s’ingarbugliano coi congiuntivi. Basta gente che, qualunque titolo abbia, mostra di avere la terza elementare.

Attendo che Monti e i suoi mostrino di aver imparato la lezione. La cultura egemone, quella delle scuole di economia, dei master in BA, ha allevato, formato, prodotto l’attuale schema economico, imprenditoriale e finanziario e i suoi sacerdoti. Quel modello è fallito tragicamente (cfr “Ho studiato economia e me ne pento” di Florence Noiville) e va corretto, stravolto, impedito. Chi meglio di loro può saperlo, chi meglio di loro in tutta coscienza ne è consapevole. Mi aspetto che facciano mea culpa, sono certo che ascolterò la loro autocritica. Trovino i correttivi adesso. È un’occasione storica e imperdibile per rifondare quel pensiero marcio e sbagliato.

Mi aspetto soprattutto da Monti e dal suo governo una virata secca, come quando il vento dà scarso in regata. La nuova rotta è evidente, passa per boe ben precise:
• Per sanare l’attuale situazione di debito e scacco della speculazione deve essere determinato un ordine delle responsabilità. Sim, società finanziarie, banche, che hanno operato all’interno di quella speculazione devono pagarla. Gli effetti della crisi finanziaria non devono ricadere su chi ha risparmiato. Di contro, tutti quelli che hanno comprato titoli speculativi, edge funds, strumenti finanziari azzardati, bond iperremunerati di paesi o società a rischio, cioè tutti coloro, individui e risparmiatori, che a quel sistema hanno contribuito come clienti, credendoci e sostenendolo, devono essere considerati al pari di banche e società finanziarie. Chi ha investito nel corso degli ultimi quindici anni in normali strumenti finanziari deve essere garantito e tutelato. Chi non ha contribuito alla follia finanziaria non deve pagarne gli effetti.
• Un nuovo sistema, una nuova cultura di controllo di società e politica su finanza e borsa, che devono servire, non comandare. Se è possibile che tornino a essere un sistema collaterale all’impresa e non l’unico governo dell’economia, bene. Altrimenti che vengano azzerate, perché sono solo una droga
Formazione da subito per svelare a tutti i cittadini la grande truffa del capitalismo finanziario, che ci prometteva ricchezza ovunque, consumo ovunque, crescita sempre, terziario per tutti. Era una bugia, era una truffa appunto. Occorre far comprendere a tutti che quel miraggio era assurdo, che siamo un Paese povero, che deve consumare meno, spendere meno e forse guadagnare meno (tutti tranne chi guadagna già poco, ovviamente)
Tetto ai megastipendi. Sono immorali e non servono neanche a chi li percepisce per vivere meglio. Se non ci arrivano da soli, come per gli alcolisti, bisogna imporgli maggiore sobrietà
Energie rinnovabili subito. Obbligo per tutte le imprese, per tutti i capannoni industriali, per tutti gli edifici pubblici di realizzare la copertura con pannelli fotovoltaici. Facilitazione e incentivo per i privati su fotovoltaico, termico, eolico, collettori di calore etc. Ovviamente stop a qualunque programma nucleare
• Un grande progetto di recupero del Paese, che va pulito, rassettato, preparato al meglio per accogliere turismo, per tornare ad essere bello. Per noi, prima di tutto, e per chi tornerà a visitarlo. Occorre anche un progetto tariffario di regolamentazione. Dobbiamo essere belli e low-cost se vogliamo far rendere il nostro Paese come un tempo.
• Un grande progetto edilizio di recupero dei borghi, dei centri storici, dei paesi, mettendo insicurezza il territorio, rendendo nuovamente agibili le case vecchie e storiche. Una sorta di ricostruzione dopo la guerra del degrado, dell’abbandono, dell’esodo verso le città.
Stop a tutte le grandi opere inutili (se ve ne fossero di utili, ben volentieri) come la TAV, il Ponte sullo stretto etc. Stop alla nuova edilizia, sia abitativa che pubblica. Ampliamento delle carceri e loro riorganizzazione
• Un grande progetto per l’agricoltura, soprattutto biologica, con forte incentivo alla qualità, al prodotto italiano, dal vino alla carne, dalla verdura al pesce, per mangiare noi, subito, buono e sano, e per diventare leader mondiali in ciò che di meglio sappiamo fare
Riduzione per tutti dell’orario di lavoro ed estensione dell’orario lavorativo giornaliero da 8 a 10 ore. Due turni da 5 ore consentirebbero a tutti di lavorare meno (5 ore massimo al giorno) lavorando tutti (due turni al giorno). In questo modo si estingue all’istante la disoccupazione e si cura il degrado sociale, le cui cause sono o l’inoccupazione o l’eccesso di occupazione
• Un deciso impulso a formazione, ricerca, studio, università, accompagnato da un forte impulso infrastrutturale per la diffusione di internet dovunque attraverso wifi e reti. Ci occorre gente colta, avanzata, che trovi soluzioni e che possa comunicare velocemente
• Occorre analizzare tutta l’offerta commerciale, da quella dei telefoni a quella bancaria a tutte le altre. Occorre eliminare e impedire la truffa legalizzata delle offerte di reti telefoniche che non coprono, come promesso, il 98% del territorio. È una truffa e chi promette questo deve pagare una multa. Occorre impedire la truffa dei costi bancari eccessivi. Le banche devono essere degli uffici di servizi a basso costo, non delle galline dalle uova d’oro che truffano clienti incapaci di capire. È necessario controllare assicurazioni, società finanziarie, società di servizi, per impedire la pubblicizzazione e la commercializzazione di prodotti truffa che impoveriscono i cittadini e ne limitano le possibilità d’impresa.
• Riduzione dell’80% della pressione e frequenza pubblicitaria sui media. Occorre disintossicare il Paese dal bombardamento mercantile delle società di prodotti di largo consumo. Il cliente torni a valutare acquisti, qualità e prodotti provando, conoscendo sul punto vendita, come è sempre avvenuto nei mercati del Mediterraneo per secoli.

Questo e altro mi attendo. Non sono io che devo trovare soluzioni, ma chi ha studiato di più, chi sa di più, che adesso è al governo. La premessa di un cambio dall’ignoranza, dall’arroganza, dal carosello indecente della politica a una diversa leadership c’è stata. Ma il giudizio verso il passato non può essere garanzia del giudizio sul presente. Ora ci aspettiamo una rotta diversa, discontinua verso il passato. Se la linea sarà la stessa, con la stessa matrice mercantile e finanziaria, nulla potrà salvare Monti e il suo governo da un giudizio totalmente negativo.

martedì 22 novembre 2011

Un libro interessante, scritto bene...Pasquale Hamel scrittore e storico, ha fatto un lavoro scientifico ma politico insieme, capire il passato per comprendere il presente.
Via Alessi...ricordi indelebili...!!!
Fortissimi i Moda'!!...Al concerto serata indimenticabile!!

Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida, che non finisce mai.
(Oriana Fallaci)

25 novembre - Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne

Rompiamo il circolo vizioso di povertà e violenza!

In occasione del 25 novembre, Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne, Amnesty International dà un rinnovato impulso alla campagna "Mai più violenza sulle donne", promuovendo nuove azioni per garantire a tutte le donne il diritto a vivere una vita dignitosa e libera dalla violenza.

Questa data è stata scelta dal movimento internazionale delle donne in onore delle sorelle Mirabal, attiviste della Repubblica Dominicana assassinate il 25 novembre del 1961 perché si opponevano al regime dittatoriale del loro paese. Il coraggio e la forza dimostrate dalle sorelle Mirabal hanno contribuito a renderle delle eroine internazionali; la loro storia è stata scelta a simbolo della grave violazione dei diritti umani rappresentata dalla violenza sulle donne.

L'azione di Amnesty International si concentra quest'anno sul legame tra povertà e violenza, per spezzare questo circolo vizioso in cui moltissime donne nel mondo sono costrette a vivere. Le donne e le ragazze che vivono in povertà spesso vedono violati i loro diritti umani. Le loro vite sono segnate dalla violenza sessuale, dallo scarso accesso a un'istruzione adeguata e dalla mancata protezione dai rischi collegati alla gravidanza e al parto.
I loro diritti devono essere protetti e le loro voci ascoltate.
 

Povertà e istruzione

Tagikistan: donne a un corso di formazione©Archivio privato
Tagikistan: donne a un corso di formazione©Archivio privato
La violenza spesso impedisce alle donne di sfuggire alla povertà. L'istruzione può essere una via di fuga dalla povertà, perché accresce le possibilità di scelta delle donne e riduce la loro dipendenza economica, ma discriminazione e violenza negano alle ragazze l'accesso all'istruzione.

L'istruzione è un diritto umano. Ad oggi più di 55 milioni di bambine e ragazze in tutto il mondo non frequentano alcuna scuola. In Tagikistan, molte famiglie non possono affrontare le spese basilari per l'istruzione dei propri figli, quali libri scolastici, vestiti e trasporto. Raramente le bambine e le ragazze vengono mandate a scuola, perché viene data la precedenza ai figli maschi, nella convinzione che potranno guadagnare di più.

Molte ragazze non terminano il proprio percorso formativo, perché si prendono cura della famiglia, lavorano nei campi o al mercato, oppure si sposano in età precoce. Lo scarso accesso all'istruzione rende le donne estremamente vulnerabili a sfruttamento, matrimoni precoci e violenza domestica.

Firma l'appello "Tagikistan: rimuovere le barriere che ostacolano l'istruzione delle ragazze"
 

Povertà e mortalità materna

Perù: centro sanitario di Huancavelica © Amnesty International
Perù: centro sanitario di Huancavelica © Amnesty International
Il Perù ha il tasso di mortalità materna più alto di tutto il continente americano. La profonda iniquità della società peruviana è rappresentata dalla grandissima differenza del tasso di mortalità materna delle donne delle aree ricche e quelle delle aree povere. Secondo il ministero della Sanità peruviano, le donne nelle aree rurali hanno il doppio della probabilità rispetto a quelle delle aree urbane di morire per problemi legati alla gravidanza. Centinaia di donne incinte povere, appartenenti a popolazioni native o che vivono in aree rurali, muoiono per complicazioni evitabili, perché viene negata loro l'assistenza medica garantita invece alle donne in tutto il resto del paese.

Approfondisci il tema della mortalità materna
 

Povertà e mancanza di potere

Una donna trasporta della legna nel campo per sfollati di Nyala, nel sud del Darfur ©  Evelyn Hockstein/Polaris
Una donna trasporta della legna nel campo per sfollati di Nyala, nel sud del Darfur © Evelyn Hockstein/Polaris
Non c'è una società nel mondo dove le donne non rischino violenze basate sulla discriminazione di genere, violenze che impediscono alle donne di prendere parte alla vita sociale e di realizzare i loro diritti umani. Nonostante lavorino due terzi delle ore lavorative mondiali e producano la metà del cibo del pianeta, le donne guadagnano il 10 per cento del reddito mondiale e posseggono meno dell'1 per cento della proprietà mondiale. A casa o nella società in generale, le donne e le ragazze svolgono i compiti più umili e la loro voce ha una bassissima probabilità di essere ascoltata. Molte soffrono ulteriori discriminazioni a causa della loro etnia, religione, stato civile, disabilità.

La discriminazione e la violenza di cui sono vittime si aggravano in situazioni di conflitto quando le donne, private di ogni bene, scappano dalle loro terre, per vivere in campi profughi dove sono ulteriormente esposte a violenze e abusi, come accade per le tante darfuriane nei campi profughi del Ciad orientale.
Dedicato a tutte le donne...

domenica 20 novembre 2011

venerdì 18 novembre 2011

A Carla perchè attraverso la sofferenza colga il valore della vita.

Carla Hamel

Sono Carla Hamel...Auguro una buona serata a tutti i cari amici che si collegano sul mio blog....

martedì 8 novembre 2011

venerdì 4 novembre 2011

Voglio pubblicare questa poesia, di Alessandra Riccio Tabassi, una ragazza che si è tolta la vita nella notte tra il 2 e il 3 novembre 1995, aveva 23 anni. Bella, di buona famiglia, aspirava a conquistare un ruolo importante nel giornalismo, seguendo l'esempio del nonno materno.


<< Una clinica
      una camera
      un letto.
      La pioggia viene giu' a scrosci
      non si ferma
      non vuole fermarsi.
      Non possiamo andare contro natura.
      E' troppo grande.
      Provo tristezza
      tanta tristezza.
      Il cervello funziona
      ma non benissimo.
      Il cuore è a pezzi.
      L'anno triturato
      una forbice ben affilata
      l'ha distrutto.
      Un amore finito per sempre>>.